Il Simbolo Divino in Sigmund Freud

1) Nell’opera "Azioni ossessive e pratiche religiose" del 1907
Freud sostiene, in definitiva che la religione è come una sorta di nevrosi ossessiva dell’umanità"
(Sigmund Freud "Azioni ossessive e pratiche religiose" 1907 in Opere di Sigmund Freud Vol. V edizione Boringhieri, Torino, 1972 p343)
La nevrosi ossessiva colpisce pazienti che provano anche sentimenti di odio e/o di tipo aggressivo-distruttivo verso le persone care, ma che, al contempo, considerano tali sentimenti moralmente inaccettabili. Ne consegue che essi vengono rimossi, ma nonostante ciò, provocano egualmente dei sentimenti di colpa inconsci, i quali evocano angoscia e spingono il paziente a ricercare un’espiazione liberatoria.
Essa diviene possibile grazie ad azioni preposte allo scopo che si caratterizzano per il riproporsi, di volta in volta, nelle medesime modalità e tempi; si tratta di veri e propri cerimoniali e rituali. Grazie ad essi, il paziente seda l’angoscia scaturita dai sensi di colpa provocati da quei sentimenti.
Come ad es. la paziente che puliva ripetutamente la casa e che era portatrice di sentimenti inconsci di odio verso la madre. Quando il marito e i figli tentavano di dissuaderla e farla riposare, ella si irritava e diventava intrattabile; o la madre che controllava ogni 10 minuti se le finestre erano tutte sbarrate, poiché temeva di gettare il figlio dalla finestra in un momento di pazzia!
Secondo Freud, ciò che avviene a livello individuale si ripete nel contesto sociale, nel senso che in una collettività vi sono sempre delle norme etiche e morali che la regolano; ma ciò non è sempre possibile e/o realizzabile, sicché, anche a livello collettivo, si sviluppano potenti sentimenti di colpa che evocano un’angoscia su scala "sociale", così intensa e diffusa, da richiedere azioni articolate e complesse per poter essere contenuta.
Dalla codificazione e sedimentazione plurisecolare di tali "azioni", sarebbero sorti i cerimoniali e i riti che caratterizzano e costituiscono le religioni!
Quindi, come i sogni e i sintomi, anche la religione sarebbe un "ritorno del rimosso".

2) Nell’opera "Un ricordo dell’infanzia di Leonardo da Vinci" del 1910
Freud scrive che l’essere umano,
‘quando... riconosce il suo reale abbandono e la sua debolezza di fronte alle grandi potenze della vita, percepisce la propria situazione in modo simile a come la percepiva nell’infanzia e tenta di negarne la desolazione con un ripristino regressivo delle potenze protettive dell’infanzia stessa... il Dio onnipotente e giusto, la natura benigna ci appaiono come grandiose sublimazioni del padre e della madre, anzi come repliche e reintegrazioni delle immagini, che il bambino piccolo ha di entrambi... il Dio personale non è altro, psicologicamente, che un padre innalzato’
(Sigmund Freud "Un ricordo dell'infanzia di Leonardo da Vinci" 1910 in Opere di Sigmund Freud Vol. V edizione Boringhieri, Torino, 1986 pp 262 - 263)

3) Nell'opera "L’avvenire di una illusione" del 1927
Freud sostiene non solo che la religione è un'illusione, ma che, col tempo, seppure in un futuro non vicino, finirebbe con l'estinguersi grazie al prevalere del pensiero scientifico e della ragione (Sigmund Freud "Avvenire di una Illusione" 1927 in Opere di Sigmund Freud Vol. X edizione Boringhieri, Torino, 1980 p 482); anche qui il richiamo a Dio è visto come un richiamo ad un padre buono, illusoria proiezione dinanzi alle gravi difficoltà della vita.
In parole più semplici, l’adulto angosciato e spaventato dai drammi, i misteri e le tragedie dell’esistenza e del mondo, si scopre debole e impotente, e nel disperato bisogno di una guida e di una protezione, crea un padre grandioso e formidabile, la divinità.

4) Nell'opera "Il disagio della civiltà" del 1929
Freud precisa che le "possibilità di felicità sono limitate a causa di tre fonti di sofferenza: la forza soverchiante della natura, la fragilità del corpo umano e l’inadeguatezza delle istituzioni che regolano le reciproche relazioni degli uomini nella famiglia, nello Stato e nella società " (Sigmund Freud "Il Disagio della civiltà " 1929 in Opere di Sigmund Freud Vol. X edizione Boringhieri, Torino, 1980 p 609)

5) Nell’opera " Totem e tabù" del 1913
Freud esplora il tema della religione potemmo dire su un piano psicosociale e culturale.
Egli ipotizza, attraverso gli "studi di Darwin e Atkinson" , che:
a) L’uomo "viveva in orde nelle quali era assolutamente obbligatorio sottomettersi all’autorità di un padre dispotico".
b) Un giorno i suoi figli adulti decisero di ucciderlo, per abbatterne la tirannia e per mangiarne i resti, atto cannibalesco con cui ne interiorizzarono simbolicamente le prerogative, "realizzarono la identificazione con il padre, ognuno si appropriò di una parte della sua forza".
c) Essi, però, se da un lato "odiavano il padre come possente ostacolo al loro bisogno di potenza e alle loro pretese sessuali", in quanto che il padre si sarebbe appropriato di tutte le donne giovani e belle, da un altro "lo amavano e ammiravano anche" (Sigmund Freud "Totem e tabù" 1912-1913 in Opere di Sigmund Freud Vol. VII edizione Boringhieri, Torino, 1985 p 10 - 164)
d) Così scaturirono in loro pesanti sentimenti di colpa e moti di affetto nei suoi riguardi, oltre il timore di rimanere in futuro essi stessi vittime di eguale trattamento da parte dei propri figli.
e) Per riparare al male e al disordine provocato, i fratelli uccisori proiettarono la figura paterna in un sostituto simbolico, il Totem, animale, pianta o elemento naturale.
f) Questo sostituto simbolico fu sacralizzato e cioè considerato l’antenato mitico della tribù, depositario delle leggi fondamentali a cui ciascun membro del gruppo era tenuto a sottoporsi.
Tra di esse, due basilari:
- una finalizzata al controllo della pulsione sessuale e cioè il divieto dell’incesto e l'apertura alla esogamia;
- l’altra finalizzata al controllo della pulsione aggressiva con il divieto dell’omicidio.
Così dal sentimento di colpa e dal sentimento di riparazione scaturirono i 2 tabù fondamentali della società: il divieto dell'omicidio e e il divieto dell’incesto.
g) La libido sessuale così controllata, si rese disponibile per essere orientata su altre attività psichiche non genitali, cioè fu sublimata!
Col tempo la figura paterna introiettata si modificò ulteriormente passando dal Totem a Dio e, quindi, da un’autorità paterna a una divina.
Tutto ciò costituì la base per lo sviluppo di forme successive più evolute di religione e spiritualità.
Ricapitolando, Freud riconduce la religiosità ad una sorta di culto di un padre idealizzato e cioè, in termini psicologici, ad un Complesso Paterno di tipo collettivo.
Per Freud anche il Complesso Paterno individuale, quale si riscontra nel Complesso di Edipo è per il fondamento della civiltà dell’uomo; esso si articola nei seguenti aspetti:
A) per il bambino:
- presenza di desideri sessuali verso la madre
- odio e ammirazione verso il padre considerato un rivale
- paura di una vendetta paterna consistente in una castrazione o angoscia di castrazione
- rinuncia e rimozione del desiderio di avere la madre e sostituzione di esso col desiderio di essere come il padre.
B) per la bambina:
- presenza dell’Angoscia di Evirazione: essa consiste nella convinzione di avere posseduto un pene, poi sottrattole dalla madre
- ne conseguono sentimenti di odio verso la madre
- presenza di desideri sessuali verso il padre per poter avere un risarcimento del pene perduto, consistente nell’ottenere come regalo un bambino" (Freud)
- a causa dei sentimenti di odio verso la madre e dei desideri sessuali rivolti al padre, la bambina si sente in colpa verso la madre stessa e teme che quest’ultima possa abbandonarla: Angoscia di Abbandono e di Perdita
Si ha così una rinuncia e una rimozione del desiderio di avere il padre e una sostituzione di esso col desiderio di essere come la madre!
Questo desiderio di assomigliare ai genitori porta ad un’Identificazione con essi e con il loro stile di vita e valori; dato che tale identificazione consiste in una sorta di introduzione e conservazione della personalità del genitore all’interno di sé stessi, si parla di "Identificazione Introiettiva".
Tale identificazione, che avviene gradualmente e progressivamente nel tempo, riguarda in specie il codice etico-morale dei genitori e i loro ideali.
Dall’identificazione e introiezione del codice etico-morale dei genitori deriva, nel bambino, l’istanza psichica del Super-Io, mentre l’identificazione e l’introiezione degli ideali dei genitori stessi porta alla genesi dell’istanza psichica dell’Ideale dell’Io.
Quindi, la rimozione dei desideri sessuali edipici conduce alla genesi del:
-Super-io: esercita le funzioni di auto-osservazione, censura e critica sui desideri e comportamenti del soggetto
-Ideale dell’Io: modello ideale a cui l’Io cerca di conformarsi.
Dal confronto tra Super-Io e Io scaturiscono i Sentimenti di Colpa, mentre dal confronto tra Ideale dell’Io e Io scaturisce i Sentimenti di Inferiorità.
Si comprende così come per Freud il Complesso di Edipo abbia un ruolo fondamentale nella genesi della civiltà dell’uomo, in quanto lo guida a sostituire desideri e sentimenti primitivi, arcaici e brutali, con sentimenti più nobili di affetto, rispetto del singolo, delle norme familiari e sociali, del senso di colpa e di inferiorità.
Attraverso un esito positivo del Complesso di Edipo si compie la prima importante evoluzione "spirituale" dell’essere umano! E’ la prima importante "sublimazione" dell’essere umano!
Freud chiamò Sublimazione quell’Operazione Difensiva per cui uno scopo pulsionale sessuale e/o aggressivo che evoca Angoscia perché inaccettabile o pericoloso, viene abbandonato a vantaggio di un nuovo scopo autorizzato dal Super-Io, che trova una potenziale valorizzazione a livello sociale e che consiste essenzialmente in opere di civiltà sia di tipo intellettuale che artistico.
Freud puntualizza inoltre che:
- la sublimazione attinge le energie necessarie alla sua opera dalla Pulsione Sessuale
- la sublimazione è un’operazione difensiva promossa dall’Io con il consenso del Super-Io; l’Io trasforma la Libido Oggettuale in Libido Narcisistica e poi gli indica una nuova meta (il che vuol dire, in parole più semplici, che il desiderio orientato verso un Oggetto Sessuale esterno si ritira e si rende disponibile alla persona stessa per nuove mete più elevate)
- la sublimazione si manifesta diversamente da soggetto a soggetto, ma, oltre ad essere favorita dall’educazione e dalla risoluzione del Complesso di Edipo, Freud sostiene che il suo sviluppo riconosce anche una influenza organica ed ereditaria.
Per cui alla Sublimazione concorrono anche fattori genetici trasmessi ereditariamente.
Si comprende ora più facilmente il riflesso del Complesso di Edipo sulla religiosità; scrive Freud
"Dalla ricerca psicoanalitica condotta sul singolo individuo risulta con particolarissima insistenza che il Dio si configura per ognuno secondo l’immagine del padre, che il rapporto con Dio dipende dal rapporto che si ha con il padre carnale, oscilla e si trasforma in lui, e che, in ultima analisi, il Dio altro non è che un padre a livello più alto" (Sigmund Freud "Totem e tabù" 1927 in Opere di Sigmund Freud Vol. X edizione Boringhieri, Torino, 1980 pp 150 -151 ).

6) Nell’opera "Psicopatologia della vita quotidiana" del 1901
Freud mette in relazione le religioni, i miti e le superstizioni alla Paranoia. Il paranoico è convinto di essere perseguitato da una persona o un’associazione; in realtà proietta nel mondo esterno un conflitto interno di cui non è cosciente.
Nello stesso modo, chi crede nelle religioni, superstizioni e miti o leggende, secondo Freud "proietta nel mondo esterno l’oscura conoscenza... di fattori e rapporti psichici inerenti all’inconscio"
Dato che si tratta di forze dell’inconscio nei riguardi delle quali la coscienza è spesso impotente, smarrita o affascinata, si comprende come possa essere proiettata sottoforma di una realtà sovrasensibile.
Scrive ancora Freud "perché il superstizioso non sa nulla della motivazione delle proprie azioni casuali, e perché il fatto di questa motivazione pretende un posto nel suo riconoscimento, egli è obbligato a sistemarla mediante spostamento nel mondo esterno... credo infatti che gran parte della concezione mitologica del mondo, che si estende diffondendosi sino alle religioni più moderne, non sia altro che psicologia proiettata sul mondo esterno"(Sigmund Freud "Psicopatologia della vita quotidiana" 1901 in Opere di Sigmund Freud Vol. IV edizione Boringhieri, Torino, 1970 pp 279 - 280)
Già in una lettera all’amico W. Fliess del 12 dicembre del 1897 aveva scritto
"l’oscura percezione interiore da parte del soggetto del suo apparato psichico suscita delle illusioni che, naturalmente, si trovano proiettate all’esterno e, in modo caratteristico nel futuro, in un al di là. L’immortalità, la ricompensa, tutto l’al di là; queste sono le concezioni della nostra psiche interiore... E’ una psico-mitologia"(cit. in Plè A.: Freud e la Religione Città Nuova Roma p.190)

7) Nell’opera "L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi" del 1938
Freud interpreta il giudaesimo e il cristianesimo secondo il modello del Complesso Paterno presentato in "Totem e Tabù" (Sigmund Freud "L'uomo Mosè ela religione monoteista " 1939 in Opere di Sigmund Freud Vol. XI edizione Boringhieri, Torino, 1982 pp 329 - 453).
Per Freud, Mosè era, in realtà un egiziano; egli si era rivolto al popolo ebraico e lo aveva guidato ad una conversione alla religione monoteista di Ikhnaton; in seguito,aveva subito un destino tragico: seppure inizialmente ammirato e ascoltato, era stato poi temuto e odiato, fino ad essere assassinato dagli stessi ebrei a cui si era dedicato.
In un primo periodo questo assassinio fu sottoposto a una rimozione; più tardi, dopo una fase di latenza, vi fu un "ritorno del rimosso" e il Senso di Colpa si fece sempre più vivo, forte e imperioso nella coscienza del popolo, tanto da spingerlo a una rivalutazione e idealizzazione di Mosè e della sua religione!
Freud interpreta il convincimento del popolo ebraico di essere stato prescelto da Dio come un vero e proprio Delirio su scala collettiva e riconduce il "successo" dell’ebraismo sulle altre religioni dell’epoca principalmente a tre fattori:
1 - l’originalità e tenacia dell’uomo Mosè
2 - il carattere monoteistico della religione
3 - la proibizione di farsi un’immagine del Dio; ciò, secondo Freud, favorì un’evoluzione culturale e psicologica dell’uomo ebraico in quanto consentì "di posporre la percezione sensoriale alla rappresentazione cosiddetta astratta, un trionfo della spiritualità sulla sensibilità, a rigor di termini una rinuncia pulsionale con le necessarie conseguenze psicologiche".
Anche nel caso del Cristianesimo e del Sacrificio di Gesù , per Freud, doveva celarsi una sorta di percorso criminoso similare.
Freud mise anche in relazione il Peccato Originale all'uccisione, anche solo desiderata e fantasticata, del Dio-Padre e nella morte di Gesù sulla Croce, l’espiazione di questo atto delittuoso.
E’ bene sottolineare che Freud aveva anche ipotizzato che né ai tempi delle orde primitive né ai tempi di Mosè fosse avvenuta realmente l’uccisione del padre.
Anche la sola uccisione del padre, rimasta a livello mentale come desiderio e non attuata, poteva avere contribuito a generare lo sviluppo dei sensi di colpa e dei bisogni di riparazione alla base delle religioni!
A conclusione di questa sintesi del pensiero di Freud sull’interpretazione analitica della religiosità si possono elencare le sue idee fondamentali:
Interpretazione collettiva delle religioni:
- correlazione con la paranoia in Psicopatologia della vita quotidiana 1907 (riferimento alla Proiezione di contenuti dell’inconscio)
- correlazione con la nevrosi ossessiva in Comportamenti ossessivi e pratiche religiose del 1907 (riferimento ai cerimoniali e rituali del paz. ossessivo)
- correlazione con gli studi di Darwin e Atkinson in Totem e Tabù del 1913 (riferimento al Complesso Paterno su base collettiva).
- correlazione agli studi di Totem e Tabù con le Religioni Giudaica e Cristiana in L’uomo Mosè e la religione monoteistica del 1938 (ulteriore riferimento al Complesso Paterno su base collettiva).
Interpretazione individuale delle religioni:
- correlazione con il Complesso di Edipo e il Complesso Paterno, entrambi su base individuale sempre in Totem e Tabù del 1913
- correlazione col sentimento di fragilità e insicurezza dell’essere umano di fronte alla vita in: Un ricordo dell’infanzia di Leonardo da Vinci del 1910, l’avvenire di un’illusione del 1927 e Il disagio della civiltà del 1929.